Divertimento formato Hyper
Premessa
Inaugurazione di un concessionario Ducati, due giorni all’insegna della passione tutta italica per le due ruote. Concessionaria che mancava ormai da circa due anni sul territorio perugino, ora tornato grazie al gruppo De Poi, rivenditore storico di marchi come Fiat, Lancia, Ferrari e Maserati. Adesso è arrivata la ciliegina sulla torta con un marchio prestigioso come Ducati. Il 26 febbraio era presente come ospite d’onore anche Michael Ruben Rinaldi, pilota ufficiale del team Aruba Ducati nel mondiale Superbike, a sottolineare la serietà di questo progetto portato avanti dal gruppo De Poi.
Solitamente, a questi eventi partecipano due tipi di persone, quelli che si vanno a scroccare un buffet e quelli, come me e mio fratello, che ci vanno per dare uno sguardo approfondito a qualche bella moto. Noi comunque il casco e i guanti per un eventuale test ride ce li siamo portati, non si sa mai..
E in effetti la scelta è stata saggia, infatti non abbiamo scroccato da mangiare, molto meglio! Perché abbiamo scroccato un giro in sella a una Ducati ciascuno. Io ho scelto la Hypermotard 950, perché mi ha sempre incuriosito l’interpretazione di Ducati verso questa particolare categoria di moto, mentre a mio fratello è stata forzatamente appioppata una Multistrada V4 S, il motivo? Semplice, era uno degli scettici verso questo tipo di moto e alla fine, è sceso con un bel sorriso..
Purtroppo ero scoraggiato nel riuscire ad effettuare un test, primo perché il clima, anche stavolta, non era dei migliori, secondo per via dell’evento che ha attirato moltissima gente e non ero sicuro di riuscire ad essere tra i fortunati tester, quindi non ho potuto registrare video ne fare delle foto decenti perché non avevo fisicamente con me l’attrezzatura. Se avrò la possibilità, in futuro rimedierò e vorrei approfittare per ringraziare Luca che ci ha accompagnato con grandissima professionalità per questo breve, ma intenso giro in sella alle rosse di Borgo Panigale e ci ha fatto divertire non poco..
In sella
Dura e pura, ma non in senso estremo come potrebbe essere una moto nata per questa specialità, il motard, categoria a se stante nel panorama motociclistico. Ducati ha creato un qualcosa di un po’ diverso, di classe, passatemi il termine. Nel mercato delle moto, la categoria motard può contare innumerevoli modelli, proposti da case che hanno dalla loro l’esperienza nell’off-road più o meno spinto. Va da se, quindi, che il modello offerto è una derivazione da qualcosa che già esiste, e non nato in modo specifico per questa categoria (sto generalizzando molto, non è così per tutti i costruttori). Qui, è l’esatto opposto, dove un costruttore legato storicamente all’asfalto propone un mezzo prettamente sviluppato intorno al concetto di motard. Concetto che, negli anni ha vissuto momenti di grandissimo successo, dettati un po’ anche dalla “moda”, adesso è un settore decisamente in declino. Una delle poche che sembra crederci ancora è proprio Ducati.
L’ultima Hypermotard presenta una posizione in sella tipica di questa categoria. Ci troveremo praticamente seduti sul serbatoio. La sella è abbastanza rigida, ma non troppo e trasmette immediatamente le sensazioni che provengono da motore e ciclistica, una volta alla guida, senza tuttavia sacrificare un minimo di comfort per il sedere. L’altezza da terra è di circa 870 mm, io che sono alto 1,75 raggiungo il suolo con la pianta del piede, quindi non siamo ad altezze vertiginose, ma abbastanza elevate. Le braccia vengono invitate alla classica postura a gomiti larghi tipica del motard, non tanto per fare scena, più che altro per manovrare la moto in maniera fluida, soprattutto a basse velocità. La parte superiore del busto è stata completamente dimenticata dalla protezione aerodinamica, ed è giusto che sia così, però sarà fondamentale avere un abbigliamento adeguato nella guida al limite e su strade ad alte velocità perché sarete completamente in balia del vento. Accucciarsi con la testa bassa sul manubrio, può essere una soluzione? No, non cambierà molto, purtroppo, non è nata per velocità elevate, tutt’altro. Stesso discorso per le gambe, meno soggette all’impatto con l’aria, però la posizione in generale è ben concepita e alla guida si potrebbe anche mettere giù il piede in curva, in puro stile motard, senza trovare impedimenti.
La sella è molto ampia in lunghezza, ma parecchio infossata, quindi spostarsi avanti o indietro risulterà difficoltoso e quasi inutile, perché durante la guida ci ritroveremo inevitabilmente nella posizione di partenza. Ottima la texture del tessuto che trattiene bene e non è particolarmente scivolosa.
La ciclistica
Il telaio a traliccio, un classico di casa Ducati, è realizzato in acciaio con tubi a sezione differenziata e questo ha permesso di risparmiare un kg rispetto alla versione precedente. In contrasto cromatico con la vernice rossa tipica del telaio, anche il telaietto reggisella è a traliccio in acciaio e si ispira direttamente alla prima serie di Hypermotard, quella proposta dal 2007 al 2012. Bellissimo anche il forcellone monobraccio realizzato in alluminio che rende ancora più unica questa moto.
Le sospensioni scelte per la 950 sono delle forcelle Marzocchi con fodero e stelo in alluminio da 45 mm, completamente personalizzabili e offrono un’escursione di 170 mm. Al forcellone troviamo un ammortizzatore Sachs, anche quest’ultimo regolabile e vanta un’escursione ruota di 150 mm.
La frenata anteriore è assicurata da un potente impianto con pinze monoblocco radiali Brembo M 4.32, 4 pistoncini e pompa (radiale) con comando a leva regolabile. Tutta questa forza frenante viene scaricata su due dischi da 320 mm con flange in alluminio (-600 g sulla bilancia). Al posteriore si colloca un disco da 245 mm frenato da una pinza Brembo. A dare ancora più sicurezza, ci pensa il sistema ABS Bosch Cornering settabile su 3 livelli di intervento, dal più sicuro livello 3, pensato per la guida giornaliera e tiene conto del sollevamento della ruota posteriore in frenata, si passa per il livello 2 che agisce sia sull’anteriore che al posteriore e garantisce comunque un alto livello di controllo anche sul bagnato, per arrivare al livello 1, dove il monitoraggio del sollevamento ruota posteriore viene del tutto escluso e permette di derapare in ingresso curva con la funzione Slide by Brake.
Tutto il pacchetto sopra citato è splendidamente amalgamato. Nel breve ma frenetico test che ho effettuato, con temperature a dir poco gelide e un fondo stradale reso viscido da qualche breve sprazzo di pioggia fine, ho potuto saggiare doti di maneggevolezza pazzesche. Ti mettte subito a proprio agio questa Hyper 950, ti fa capire che può essere impegnativa ma nello stesso momento pensi a quanto è divertente. Il comportamento in generale mi è sembrato prevedibile, le sospensioni sono si rigide ma al giusto livello, la frenata è allucinante, l’impianto anteriore basta appena solleticarlo e quasi ti disarciona, la frenata posteriore è immediata, fatta apposta per entrare in curva di traverso, tanto che più volte ho sentito l’ABS attivarsi. Comunque lei nel misto è una goduria vera, fatta una curva ne vuoi un’altra e poi ancora e ancora.. Nei tratti un po’ più veloci invece si sentono forti vibrazioni e si lotta con l’aria che ci sbatte contro con forza, abbastanza fastidioso. Comunque ripeto, il pacchetto è in perfetta sintonia, telaio sospensioni e freni lavorano in piena simbiosi, rendendo la Hyper davvero efficace tra le curve, di tutti i tipi.
Il motore
Bicilindrico ovviamente. Il Testastretta 11° da 937 cc, ha ricevuto diverse migliorie ed ora è anche omologato Euro 5, senza perdere potenza, anzi guadagna 4 cv (114 cv a 9000 giri/min) rispetto al vecchio modello. Il picco di coppia è di 9,8 Kgm a 7250 giri/min.
La frizione a bagno d’olio è dotata di sistema antisaltellamento, la leva è morbidissima da azionare grazie al comando idraulico, nella versione base della 950, il Ducati Quick Shift è presente come accessorio (di serie nelle versioni SP e RVE), mi sarebbe piaciuto provarlo, purtroppo in questo modello era presente il cambio tradizionale, comunque sempre molto preciso e facile da azionare. Solo in alcune brevi soste ho trovato difficoltà nel trovare la folle, è bastato insistere un po’ ed è entrata.
La potenza non è certamente stratosferica, però unita alle doti ciclistiche è più che sufficiente per stampare un sorrisetto ebete sotto al casco quando si guida questa 950. La risposta al comando ride-by-wire dell’acceleratore è immediata. Leggermente plafonata in modalità Touring, quando si seleziona la mappatura Sport non ti da assolutamente un momento di tregua, ad ogni millimetrica apertura del gas corrisponde una reazione del motore, quasi scorbutico ma lineare nel salire di giri fino al limitatore. Comunque basta cercare qualche foto di chi ci sa fare, e si capisce al volo di cosa è capace questo gran mezzo votato completamente al divertimento. Bella da guidare, una volta presa la giusta confidenza può creare dipendenza facilmente.
Notevole anche il sound offerto dagli scarichi di serie, sarete sopraffatti da innumerevoli scoppi, borbottii e un pieno e coinvolgente suono tipico di un bicilindrico.
Il design
Il look è un ritorno alle origini, con tratti caratteristici più vicini alla prima serie rispetto al modello che va a sostituire, forse troppo lontano dal concetto di motard più puro. Ecco quindi il ritorno dei silenziatori posizionati sotto la sella, al traliccio anche per il telaietto posteriore ed elementi delle carene con design molto pulito ed essenziale. Adesso ci siamo, la prima versione era un bell’esperimento, la seconda si era leggermente allontanata dalle linee guida ma con questa 950 sembra esserci una maturità stilistica ben definita. Dal frontale con il singolo gruppo ottico e il caratteristico “becco”, ben riconoscibile e ormai distintivo, all’equilibrio della zona centrale, con il disegno caratteristico del telaio che ben si sposa alle plastiche laterali, fino al posteriore che vuole simulare delle tabelle portanumero laterali molto striminzite a coprire i silenziatori mini, elemento a se stante invece il gruppo ottico posteriore diviso in due, incastrato su un supporto in plastica piatto e affusolato. Notevoli anche i paramani con frecce integrate, altro tratto distintivo della famiglia Hypermotard, ora in versione ancora più ispirata ai modelli racing.
Personalmente questa terza serie mi piace molto, tra le varie Monster, Multistrada e Scrambler disponibili per gli eventuali test ride, la Hyper è quella che da subito ha colpito la mia attenzione, bella e ben rifinita, davvero.
Le ruote
Il modello base monta cerchi in alluminio con design 3 razze a Y, ed esce dal concessionario con pneumatici Pirelli Diablo Rosso III in misura 120/70 ZR17 sull’anteriore, mentre per il posteriore la 180/55 ZR17 è più che sufficiente per scendere in piega senza problemi. Queste coperture mi hanno trasmesso un ottimo feeling, anche in condizione di freddo e umido si sono comportate egregiamente.
In conclusione
Dal lontano 2005, quando fu presentata la prima Hypermotard al Salone di Milano ne è passato di tempo, ma la passione e la cura per i dettagli sono rimasti gli stessi e l’evoluzione di questo modello, ormai pietra miliare di Ducati, sta costantemente plasmando quella che è a tutti gli effetti una vera e propria icona nel motociclismo.
Nata per aggredire le strade tutte curve e notevole anche solo da ammirare, alla Hypermotard non manca proprio niente. Se non vi interessa percorrere lunghi tragitti e perchè no, vorrete andarci in pista è l’ideale per divertirsi, non è impegnativa negli spostamenti di tutti i giorni ma se vi prendono i 5 minuti, beh, lei sarà presente e non si tira indietro.
La carne al fuoco è molta, pregi tanti, difetti pochissimi ma aimè, uno di questi è il prezzo, decisamente salato: la 950 base parte dai 13690 € (c’è anche la versione depotenziata a 35 kW a 12690 €. Sale il prezzo per la versione RVE a 14590 € (sempre mille Euro in meno per la depotenziata), mentre la versione più prestigiosa, SP parte dai 17890 €.
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