Un amore a prima vista.
La mia prima moto, parte Il:
Spero con la prima parte della storia di non avervi annoiato, mi sembrava giusto però, spiegarvi brevemente come ho fatto conoscenza con la mia adorata due ruote. Tra le varie motivazioni che mi hanno spinto ad acquistare la mia prima moto, oltre al lato della passione viscerale e del colpo di fulmine, il merito va senza dubbio a mio fratello minore (23 anni, beato lui!), che poco prima di me si comprò una piccola Kawasaki Z300 ABS del 2017. Finalmente avevo qualcuno con cui condividere questa passione e macinare chilometri in compagnia ha senza dubbio tutto un altro sapore. In passato purtroppo non ho avuto la possibilità di fare questo azzardo, adesso ho deciso che era il momento, me lo sono meritato decisamente.
Tra le prime impressioni, invece, ho menzionato un pò a grandi linee i tratti distintivi, il carattere della moto che fin dai chilometri iniziali sono riuscito a carpire. Non ho tuttavia citato un aspetto fondamentale, delle moto in generale, ma del mondo delle supersportive in particolare: la frenata. Nel modello K4 che possiedo, è la frenata l’unico aspetto che un pò mi ha spaventato nelle prime uscite. Mi spiego meglio, ne sono rimasto impaurito per la grandissima forza frenante che si ottiene già soltanto sfiorando la leva dell’impianto Tokiko. Impianto preciso, modulabile ma tremendamente efficace, che più di qualche volta ha messo in difficoltà le mie capacità di guida da inesperto. Quindi se posso permettermi di darvi un consiglio, prendete bene le misure con i vostri freni anteriori soprattutto perchè possono diventare da buoni amici a nemici in pochi istanti.
Un altro consiglio che sento di darvi è quello di procurarvi assolutamente un libretto di uso e manutenzione del veicolo. Chi mi ha venduto la moto non ne era provvisto, tuttavia grazie al potere di internet sono riuscito a procurarmene uno gratuitamente in pdf (in inglese) completo; ne ho una copia salvata persino sullo smartphone, è comodissimo poterlo consultare quando faccio qualche lavoretto di manutenzione in garage e sono lontano dal pc. Quì potrete trovarne moltissimi, per svariate case produttrici. Il manuale d’officina è assolutamente indispensabile, può risolvere diversi grattacapi e vi sono elencati tutti i service da effettuare dopo un certo numero di chilometri percorsi. In basso potete effettuare il download del libretto che ho trovato in rete, dedicato alla 600 K4:
Alcune considerazioni e come va su strada
Dopo qualche mese, svariate centinaia di euro spesi in personalizzazione, manutenzione e abbigliamento per il sottoscritto, posso darvi qualche feedback in più sulla piccola ma pepata GSX-R di casa Suzuki. Per cominciare, armatevi di pazienza. Le supersportive non amano gli spazi di manovra ristretti. Sarete goffi e impacciati negli spazi angusti ed effettuare una banale inversione ad U può diventare frustrante, ma questo non vi deve scoraggiare; non sono modelli di moto da fighetto, sono, di solito, la punta di diamante delle case produttrici di moto e gli ingegneri che le hanno sviluppate non pensavano certamente di vederle parcheggiate davanti al localino alla moda per fare l’aperitivo, (per carità nessuno lo vieta, anzi ha anche un certo stile a pensarci bene) quindi se dovete vivere la moto sportiva così, in ambito prettamente urbano, passate ad altro. La mia moto, nello specifico (le sportive in generale) ha bisogno di belle strade scorrevoli. Il territorio collinare umbro in questo aiuta molto.
La K4, come già accennato ti mette subito in confidenza in modo naturale. Con questo non sto dicendo che è un mezzo “facile” o per tutti, ti fa comunque capire che ci si può far male, ha un animo gentile e affabile, ma pronto a scatenarsi in un batter d’occhio, se lo volete. Pronti, via, già salendo in sella da fermi si capisce subito che tra le mani si ha un piccolo capolavoro. Tutto è al posto giusto, la posizione in sella è ben proporzionata, personalmente non mi ritrovo ne sopra al serbatoio ne troppo disteso (sono alto circa 1,74 m) e tocco terra agevolmente con entrambi i piedi. I semimanubri possono essere regolati in apertura/chiusura di diversi gradi e in altezza per cucirsi addosso la posizione di mani e braccia in modo ancora più accurato (per un malato di ergonomia come me è stata una bellissima sorpresa), la sella è spaziosa sia in larghezza che in lunghezza e permette di spostarsi in avanti e indietro senza troppa fatica, anche se a parere mio, risulta leggermente scivolosa con il tessuto di serie (ma a questo ho rimediato). La strumentazione semplicissima presenta contagiri analogico con sfondo nero e un display LCD con poche info: velocità di crociera, orario oppure km totali o trip 1 e 2. Sempre visualizzata temperatura del liquido di raffreddamento sulla destra, stop. È possibile regolare il flash di cambio marcia a piacimento e le varie spie sono tutte posizionate in modo chiaro e ben visibile.
Si gira la chiave, tasto su on, frizione tirata, le valvole secondarie si aprono elettronicamente, ci siamo, il motore si avvia senza problemi con un minimo leggermente più alto del normale per qualche secondo che poi si stabilizza sui 1300 rpm. Prima di partire, a moto rigorosamente dritta e non sul cavalletto laterale, provvedo sempre a far scaldare il motore e le sue parti; finchè la temperatura non ha raggiunto almeno i 45°c evito di partire o sgasare, anche se vedere la lancetta del contagiri schizzare in alto in una frazione di secondo da una certa soddisfazione.. La reattività del propulsore è certamente un plus di questa moto e gli ingegneri nipponici hanno fatto un lavoro sopraffino su questo piccolo mostro da 120 cavalli (che diventano 126 con airbox in pressione). Ci si diverte da subito sulle giuste strade, senza esagerare ovviamente; è un mezzo sincero che comunica al pilota, senza tanti filtri tutto quello che passa sotto le ruote. La potrei definire chirurgica: dove pensi di mettere le gomme, lei ti asseconda senza sorprese.
A proposito di gomme, inizialmente montava delle Bridgestone Battlax BT-016 Pro, essendo gomme usate a circa il 60-70% della loro vita non potrei dare un giudizio in merito alla bontà di questi pneumatici. Posso dire che non mi hanno mai dato una fiducia totale alla guida, soprattutto la posteriore che in accellerazione soffriva notevolmente e portava la moto a scodare in diverse circostanze, anche su asciutto. Non hanno totalmente nascosto la vera natura del mezzo, però, essendo anche io agli inizi con una moto sportiva non mi hanno permesso di avere quella sicurezza in più che un buon pneumatico può trasmettere.
Continua…
Continuerò a scrivere in merito alla mia Suzuki GSX-R 600 K4, entrerò più nel dettaglio delle sensazioni di guida e illustrerò qualche piccola modifica effettuata.
A presto!
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