L’astronave di Hamamatsu
Premessa
Si dice a volte, “alcuni treni passano una sola volta nella vita” e questo, purtroppo breve test è stato uno di quei treni da prendere al volo, senza pensarci troppo.
Vorrei innanzitutto ringraziare la concessionaria Giamoto di Perugia, in pratica una vera e propria istituzione motociclistica della città con una storia decennale. Gianni, il proprietario, iniziò con Honda, ora si occupa della vendita e manutenzione di Suzuki, MV Agusta e scooter Kymco. É stato su cortese invito di Gianni che ho potuto provare l’ultima nata di casa Suzuki, ed io ho accettato con grande entusiasmo perché, seppure amo le moto sportive, provare qualcosa di nuovo è sempre un piacere.
Siamo a metà febbraio, il sole scalda lievemente le temperature dopo alcuni giorni di meteo tipicamente invernale. Avevo appuntamento per il test proprio in quei giorni di clima pessimo (quando uno ha c**o!). Così, appena ho intravisto uno spiraglio di sole dalle serrande abbassate, ho pensato ok, stamattina si va a provare! Solita routine mattutina, preparazione dell’abbigliamento e si va da Giamoto, pure vicinissimo da casa (potrei andarci anche a piedi velocemente). Appena raggiungo il parcheggio, eccola, impossibile non notarla. La GSX-S 1000 GT è già fuori dalle vetrine del concessionario, quasi preparata apposta per me. Parcheggio l’auto e mi fiondo a salutare Gianni, firmare due scartoffie per effettuare il test ride e posso infine avvicinarmi all’”astronave” di Hamamatsu.
In sella
Già salendo sulla GSX-S 1000 GT si capisce ciò per cui è nata: viaggiare. Il fondoschiena si trova a una giusta altezza, anche io che non sono altissimo raggiungo il terreno agevolmente e riesco ad appoggiare il piede completamente a terra anche con le mie Alpinestars Faster-3. Le gambe sono in posizione comoda mentre si viaggia e sono ben protette dall’aria, anche a velocità autostradali. I piedi si percepiscono molto vicini tra loro, sembra quasi di stare in sella a una sportiva, anche se la guida è abbastanza “seduta” sul posteriore. La sella è molto comoda, della giusta rigidità e il tessuto non è scivoloso. Le pedane sono basse e molto ben realizzate e hanno una parte in gomma con scanalature per aumentare la presa con le calzature, anche quelle per il passeggero sono molto ampie e ben posizionate.
Le braccia non sono troppo protese verso il manubrio rialzato, che definirei ben posizionato e non costringe una posizione di guida inclinata in avanti, anzi, la schiena sta abbastanza dritta e nel complesso mi sono trovato molto comodo, sia alle basse che alle alte velocità. Mi sono trovato subito a mio agio, già dalla prima seduta, e gli elementi in gomma posizionati tra la piastra superiore e gli attacchi del manubrio azzerano totalmente qualsiasi vibrazione derivante da motore o fondo stradale, aumentando ulteriormente il comfort generale di guida.
Sotto il plexiglas regolabile, completamente staccato e parte a se stante dalla carenatura anteriore, il protagonista è il grande display TFT da 6,5 pollici a colori, nato specificatamente per il mondo delle moto. Da qui possiamo regolare, tramite la pulsantiera del manubrio sinistro, tutti i parametri della GT, può fungere da navigatore e permette la connessione con lo smartphone (tramite app Suzuki mySPIN per Android o Apple), che può essere mantenuto in carica grazie alla presa USB posta a sinistra dello schermo. Il display mostra a sinistra un ampio contagiri con all’interno il contachilometri, a destra invece ci saranno vari dati come la marcia inserita e i parametri di traction control e mappatura del motore. Sotto il sole è sempre ben chiaro e leggibile ed in condizioni di scarsa illuminazione entra automaticamente in modalità a sfondo scuro. Utilissimo anche lo stato di carica della batteria.
Gli specchietti di serie, sono molto protesi verso l’esterno e offrono sempre un ottima visibilità.
La ciclistica
Il telaio doppia trave in alluminio è di derivazione GSX-R, e si sente. Alla guida è precisa, veloce nello scendere in piega e una volta impostata la traiettoria è come essere su un binario. Nel complesso è molto stabile alle alte velocità, ma non disdegna affatto le curve, dove il suo peso sparisce quasi completamente e tira fuori un’agilità sorprendente. Distribuzione dei pesi eccellente, anche nelle accelerazioni più violente l’anteriore si alleggerisce un po’ ma rimane comunque gestibile e reattivo.
Il comparto sospensioni, seppur di ottimo livello ha una grande mancanza rispetto alla concorrenza, la regolazione elettronica è del tutto assente. Spetterà a noi, o meglio ancora, al nostro meccanico, andare a regolare le sospensioni in base ai nostri gusti o esigenze di utilizzo. Sia la forcella a steli rovesciati KYB da 43 mm che il mono posteriore sono comunque regolabili nel precarico e nel freno idrauilico. Probabilmente questa scelta dei tecnici Suzuki è stata intrapresa per limitare il costo finale della moto e non farlo lievitare troppo. La sensazione che ho avuto guidando la GT completamente scarica, quindi con borse vuote e senza passeggero, è stata di un assetto piuttosto rigido, non fastidioso sia chiaro, però questa tendenza è venuta fuori non tanto nella guida, molto precisa nell’inserimento in curva, ma mettendo le ruote su buche e asperità della strada che si sentono molto bene. Del tutto assente l’effetto di galleggiamento e i rimbalzi dovuti alle buche. Anche il forcellone in alluminio è derivato dalla GSX-R 1000 e nella guida sportiva offre un ottimo feedback.
L’impianto frenante vanta pinze Brembo monoblocco, con pistoncini da 32 mm e doppio disco flottante anteriore (310 mm) ed è dotato dell’immancabile ABS, anche se sprovvisto del sistema cornering, forse altro grande assente nel pacchetto vista la vocazione al viaggio in ogni condizione, anche meteo, della moto. Al posteriore troviamo un impianto con pinza Nissin, sempre dotato di ABS, con disco da 250 mm. Per fortuna non ho dovuto effettuare frenate di emergenza e non ho tirato staccate da urlo, però la frenata è sempre stata solida e progressiva, l’anteriore affonda leggermente e in maniera gestibile.
Il motore
Il “cuore” della GSX-S 1000 GT è l’inossidabile 999 cc di casa Suzuki e deriva dalla GSX-R K5 del 2005. Si potrebbe rimanere sconcertati da quanto appena scritto, eppure gli ingegneri di Hamamatsu hanno fatto un lavoro eccezionale, rinverdendo una base di per se già ottima, con tutti i necessari cambiamenti dati dalle normative antinquinamento e del carattere di guida votato al turismo. Quindi troviamo un motore 4 cilindri in linea da 152 cv dichiarati (a 11000 giri) e 106 Nm di coppia (a 9250 giri), raffreddato a liquido ed Euro 5. Altri cambiamenti hanno interessato un nuovo profilo degli alberi a camme e lo scarico mentre la gestione del ride-by-wire si integra perfettamente al “datato” ma grintoso propulsore.
Il contagiri sale progressivo e in modo fulmineo, il motore risponde sempre prontamente al comando del gas elettronico e l’effetto on-off è del tutto assente. La potenza è giusta per il pacchetto completo, non è ne troppa ne troppo poca ed è distribuita in maniera squisita lungo tutto l’arco di erogazione. Il carattere di base della K5 è rimasto, non si avrà però un’esplosione di cattiveria a regimi elevati tipico di una sportiva, ma una progressiva e costante spinta si. Le mappature offrono una scelta ancora maggiore in base ai gusti del pilota, si potranno scegliere 3 modalità: la mappatura A (quella che ho scelto per il test) offrirà la versione del motore più spinta, consigliata su asciutto e strade tutte curve, la B o basic per la guida di tutti i giorni e la C per il comfort totale o fondi con poco grip.
Tutta la grinta di questo “motorone” è ben supportata da un cambio incredibilmente all’altezza. La GT offre di serie un eccellente 6 marce con quickshift bi-direzionale, ovvero azionabile senza frizione sia in scalata che in salita di marcia. Ho provato questa chicca e devo dire che è veramente spettacolare, non tanto a basse velocità perché più duro da azionare, ma nella guida sportiveggiante è una goduria. Se non è attivo il quickshift o preferiamo una guida tradizionale, la frizione è morbidissima da azionare (in città fa assai comodo) anche se molto comunicativa e sensibile ed è dotata di sistema antisaltellamento che renderà le decelerazioni, anche più violente, delicatissime.
Se non bastasse la gestione elettronica del motore, è presente anche il traction control, perfezionabile su 5 livelli o del tutto disattivabile.
Il design
Devo essere onesto, in foto questa moto non rende affatto. O piace da subito o non piace per niente. Se vi interessa andate a vederla di persona perché fa un altro effetto, almeno per me che ne avevo visto svariate immagini e prove video è andata così. Forse non sarà un capolavoro di Suzuki e manca leggermente di personalità ma nel complesso mi è piaciuta, anche solo osservarla da ferma. Le carene, gli accoppiamenti e la qualità dei materiali sono eccellenti.
Il nuovo corso stilistico di Suzuki ha fatto il suo debutto con la recente maxi naked sportiva GSX-S 1000, che fa anche da base di partenza alla sorellona GT. Le linee sono nette e decise, gli spigoli sono protagonisti e fa abbastanza strano vederli su una moto marchiata con la S rossa. Vista nell’insieme, la GT non appare massiccia o goffa, anzi sembra affusolata e slanciata, bassa e “cattiva”, pronta a partire. Non sembra pesare i 226 kg dichiarati. L’esemplare in prova montava le borse laterali (disponibili di serie), con capacità di 36 litri e dal peso di 5 kg, nelle quali entra un casco integrale ognuna e persino queste ultime mi hanno colpito per la realizzazione molto curata e per la parte verniciata in tono con le carene. Il serbatoio da 19 litri si integra bene con tutto il resto ed è ottimamente sagomato per accogliere la gambe del pilota.
Unico appunto, la scarsa personalità del design frontale, che personalmente mi ricorda troppo una grossa Yamaha R1 per via dei doppi faretti anteriori posizionati in basso ai lati del “becco” anteriore. Molto bella invece la luce di posizione centrale a forma di ali di gabbiano che ricalca la forma dell’anteriore. Poco studiato anche il design del posteriore, che vede anzi le borse laterali come parte integrante se non principale dello stile. Senza le borse infatti, sembra mancare qualcosa, molto semplice il faro dello stop con plastica trasparente. Tutte le luci sfruttano la tecnologia full led.
Il modello del test ride era verniciato con il bellissimo “Blu Miami”, nella gamma di colori sono disponibili anche il più scuro “Blu Las Vegas” e il “Nero Dubai”.
Le ruote
Volevo dedicare una sezione a parte alle bellissime ruote a 6 razze realizzate in lega di alluminio, quindi solide e leggere, in tinta con le carene. Le ruote misurano 120/70 ZR 17 M/C (58W) all’anteriore e 190/50 ZR 17 M/C (73W) al posteriore. Questo modello montava degli pneumatici radiali Dunlop Roadsport 2, che si sono dimostrati all’altezza offrendo un notevole grip anche su alcuni tratti di strada ancora umidi per le piogge che avevano bagnato la strada nei giorni precedenti al test.
In conclusione
Mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza della Sport Tourer di Hamamatsu, modello che mancava in listino dal 2015 con la GSX-S 1000 F (in commercio fino al 2020). Il tempo a mia disposizione purtroppo era poco, ma la GT si è dimostrata facile, comoda e anche divertente se spinta un po’ a qualche manata di gas, ma mai impegnativa anche grazie a un pacchetto di prim’ordine sia sul fronte della ciclistica che della sempre più presente elettronica.
Quindi, se state cercando una moto ideale per viaggiare, senza il rischio di qualche colpo di sonno, penso che la nuova GSX-S 1000 GT faccia al caso vostro perché offre un comfort pazzesco, come da tradizione Suzuki, ma non si tira indietro a qualche bella strada tutta curve, anche grazie a un motore immortale, che offrirà sempre spinta a non finire senza mai mettervi in difficoltà.
Questa GT ha “cuore”. Tanta sostanza, forse non del tutto all’altezza della concorrenza per qualche piccola mancanza (ma quello che non c’è, non si rompe o si usura) e un prezzo interessante di 15890 €, IVA inclusa.
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